lunedì 20 settembre 2010

MA CHI E' BANKSY?\WHO IS BANKSY?

SOUNDTRACK http://www.youtube.com/watch?v=n2_PxGHBn1U&p=89A06E5939243F60&playnext=1&index=11

Oltre ad essere il massimo esponente della street-art inglese, Banksy è uno tra i più quotati artisti al mondo. Le sue opere sono principalmente composte da stencil, che vengono usati per tappezzare i muri delle città. Ma, chi è Banksy?? Questa è la domanda da un milione di dollari, perché ancora dopo anni nessuno è riuscito a scoprirlo. Qualcuno dice che sia un uomo sulla trentina di nome Robert Banks di Bristol, una contea a sud ovest dell’Inghilterra. Altri invece, sostengono che in realtà Banksy ed il famoso street artist Nick Walker siano la stessa persona e nel maggio dello scorso anno molte riviste d’arte hanno indagato sull’identità segreta di quest’ultimo. Walker ha però smentito come da copione ogni ipotesi, affermando di aver conosciuto Banksy a Bristol verso la fine degli anni novanta. Il mistero si infittisce.
Ci troviamo di fronte ad una sorta di anti-artista, un personaggio che rifiuta di mostrare il suo volto. Forse vuole lasciare più spazio alle sue opere?! Oppure, non è altro che un piano escogitato per alimentare maggiormente l’interesse intorno a lui?? Quello che sappiamo è che, nemmeno una mostra personale tenuta nella sua città natale ha fatto uscire allo scoperto l’artista, abilmente mischiato tra gli addetti ai lavori. Una delle poche persone, forse l’unica che è riuscito a guardare negli occhi Banksy è stato Simon Hattenstone. Il giornalista che nel luglio del 2003 ha avuto modo di intervistarlo in un pub per conto del “The Guardian”, raccogliendo la sua esperienza in un’intervista presente sul sito del quotidiano (http://www.guardian.co.uk/artanddesign/2003/jul/17/art.artsfeatures).

Nel 2005 Banksy si reca in Israele per contestare a suo modo la costruzione del muro che divide i territori occupati. Sul lato palestinese disegna ben 9 opere in stile “Trompe l’Oeil“, uno stile che pur essendo disegnato su uno sfondo piatto dà un senso di terza dimensione. Il filmato dove si può vedere parte della realizzazione, si trova facilmente su YOUTUBE, al link: http://www.youtube.com/watch?v=XXSg8BApBwA&feature=player_embedded.                             
Non contento dei muri però, l’inglese ha anche incontrato il mondo della musica, realizzando la copertina dell’ultimo album dei BLUR:”Think Thank”. Un genio?! Decisamente si. Una persona che è riuscito a prendere l’arte grafica essenzialmente più semplice, trasformandola nel veicolo di mille messaggi contro la nostra società, non può che essere geniale e tra un opera e un'altra, Banksy trova anche il tempo di ridersela. Un suo murale è stato comprato per 30.000 sterline da due collezionisti. Il problema è che l’opera è stata imbrattata da alcuni writers e ci vorranno altri soldi per restaurarla, inoltre Banksy non ha mai autenticato l’opera ed in futuro il murale potrebbe perdere di valore. Se però qualcuno di noi avesse qualche dubbio al riguardo, c'è un sito frutto della mente dell'artista, dove inserendo foto e informazioni riguardanti la nostra personale opera dell'artista dalla bomboletta facile, può farla riconoscere al sito:http://www.pestcontroloffice.com/. Così sapremo se poter gioire, oppure piangere dalla disperazione.

Lui è decisamente una rock-star e il suo nome verrà presto scritto nei libri di storia dell'arte.

D. 


martedì 14 settembre 2010

L'ARTE DI BANSKY /// BANSKY ART

(soundtrack: http://www.youtube.com/watch?v=0ZfgMrhUMGU )

Nel corso degli anni, l'enigmatico Banksy ha cercato di rimanere fuori dalle luci della ribalta. Nonostante abbia catturato l'attenzione di molte celebrità ed il suo lavoro sia oggetto di un diffuso "furto pubblico" nella speranza di fare soldi facili, Banksy raramente ha parlato. Gran Bretagna Il quotidiano The Sun ha parlato con l'artista e guardato alle sue origini, alla sua celebrità. L'articolo nella sua interezza può essere letto nel The Sun, mentre una selezione di brani tratti si può legger qui sotto.

"Ho cominciato a dipingere graffiti quando avevo circa 14 o giù di lì, e la gente chiede sempre, yer, che cosa ti fa fare?
"Ma la questione è stata sempre molto, perché non lo fai?"

"Ho iniziato a dipingere graffiti nel classico stile New York dei grandi lettere e caratteri, ma non sono mai stato molto bravo. Disegnavo sempre le cose o troppo ravvicinate o troppo distanti.

"Così ho dovuto trovare un modo di renderlo più veloce, altrimenti ero fuori".

"Voglio dire che sono molto efficienti,gli stencil. Si arriva a mettere qualcosa in poco tempo ed è difficile che sia pasticciato.

"Quando mi sono trasferito a Londra ho iniziato a dipingere. Non sempre pensato che non ci fosse nulla di male in questo.

"Lei vive in città e tutto il tempo vi sono segni che indicano cosa fare e cartelloni che cercano di vendere qualcosa.

"E ho sempre pensato che era giusto iniziare a rispondere un po', suppongo. Che la città non deve essere solo una conversazione a senso unico. "Non capisco perché dovrei soltanto fare pareti" mi sono detto, così ho iniziato a fare statue e atti di vandalismo che hanno portato ad atti di vandalismo nei parchi. E da lì ha iniziato ad andare davvero.

Uno dei momenti più memorabili della carriera di Banksy è stato quando ha sabotato l'avvio di album musicale di Paris Hilton.

Riuscì a sostituire 500 copie con il suo CD nel settembre 2006. Sulla copertina si sovrappone l'immagine di una testa di cane su Parigi, e ha aggiunto un adesivo che diceva: include brani "Perché sono famosa?Che cosa ho fatto? e Che cosa sono io per?"

Per la prima volta spiega come l'ha tirato fuori. "Avevo parlato con il DJ Danger Mouse di cercare di vandalizzare qualche atto pop o dirottare qualcuno che è stato in classifica.

"E poi all'improvviso abbiamo scoperto che Paris Hilton stava per fare un disco. E abbiamo avuto come tre settimane per girarlo prima che il CD è stato nei negozi.

"E 'stata un'idea che era solo in attesa di Paris Hilton per accadere. Ho pasticciato con la grafica quindi Danger Mouse ha trasformato l'album in questo brano in una lunga dove si ripete solo se stessa più e più volte.

"L'abbiamo confezionato, lo abbiamo messo nelle copertine e quindi io e altri due ragazzi li portarono in tutto il paese.

"ne abbiamo messi fuori 500, che probabilmente si è rivelata una buona percentuale di quanti effettivamente ne fossero stati venduti.Voglio dire, cosa possono fare per lei?

Pensò: "Credo che mi sarebbe piaciuto andare in qualche posto caldo. Così ci siamo ritrovati a Los Angeles, questa città veramente affascinante che ha anche questo lato sporco.

"Ma ... più di ogni altra cosa è il posto più facile del mondo per l'affitto di un elefante." Oggi le opere di Banksy possono costare anche 1 milione di sterline, prendendo un pezzo ad un'asta di Londra con un'offerta telefonica nel 2007.

Banksy ha detto: "Quando i dipinti improvvisamente cominciarono ad andare, io andai in mezzo al nulla e smisi di fare quadri. Ma ... er ... le case d'asta misero in vendita quadri che avevo fatto anni prima ed avevo venduto per pochi soldi. O quadri che avevo scambiato per un taglio di capelli o, yer, un grammo di erba e vedevo un 50 come enorme.

"Ma non posso evitare di pensare che era un po 'più facile quando tutto quello con cui ho dovuto competere era un bidone della spazzatura in un vicolo piuttosto che, sai, un Gainsborough o qualcosa del genere."

Nonostante il successo al di là di suoi sogni più selvaggi, Bansky rimane affettuosamente modesto sul suo lavoro.

"il Graffito è sempre stato una forma d'arte temporanea. È il tuo segno e poi la macchia va via. Voglio dire, la maggior parte è proprio progettato per esser guardato bene da un veicolo in movimento. Non necessariamente nei libri di storia."
M.










Throughout the years, the enigmatic Banksy has sought to remain out of the limelight. Despite capturing the attention of many celebrities and his work being the subject of widespread “public theft” in hopes of making some easy money, Banky has rarely spoken out. Britain’s The Sun newspaper spoke with the artist and touched upon his beginnings, his admissions about being a subpar writer and his stardom. The article in its entirety can be read over at The Sun while a selection of excerpts can be seen below.


“I STARTED painting graffiti when I was about 14 or so, and people always ask, yer know, what makes you do it?
“But the question was always really, why would you not do it?”

“I started painting graffiti in the classic New York style of big letters and characters but I was never very good at it. I always used to get things too close together or too far apart and it used to take me ages.

“So I had to come up with a way of making it quicker, otherwise I was gonna get nicked.”

“I mean they’re very efficient, stencils. You get to put something up in very little time and it’s hard to mess it up.

“When I moved to London I just carried on painting. I never saw that there was anything bad in it.

“You live in the city and all the time there are signs telling you what to do and billboards trying to sell you something.

“And I always felt that it was all right to answer back a little bit, I suppose. That the city shouldn’t just be a one-way conversation “I didn’t see why you’d settle for just walls. So I started vandalising statues and that led to vandalising parks. It just kept going really.

One of the most memorable moments in Banksy’s career was when he sabotaged the launch of Paris Hilton’s music album.

He managed to replace 500 copies with his own CD in September 2006. On the cover he superimposed a picture of a dog’s head over Paris’s and added a sticker that said it included tracks Why Am I Famous?, What Have I Done? and What Am I For?

For the first time he explains how he pulled it off. “I’d been talking to the DJ Danger Mouse about trying to vandalise some pop act or hijack somebody who was in the charts.

“And then suddenly we found out that Paris Hilton was going to make a record. And we had like three weeks to turn it around before the CD was in the shops.

“It was an idea that was just waiting for Paris Hilton to happen. I messed around with the visuals then Danger Mouse sort of turned the album into this one long track where she just repeats herself over and over again.

“We packaged it up, we put it in the cases and then me and two other guys split up and went across the country reverse shoplifting.

“We put out 500 of ‘em, which I think probably turned out to be a fair percentage of what she actually sold. I mean, what can they do you for? Littering? Maybe? I guess?”

He says: “I guess I fancied going somewhere a little bit warmer. So we ended up in Los Angeles and, yer know, it’s this really glamorous town that also has this dirty side to it.

“But… above anything else it’s the easiest place in the world to rent an elephant.” Today Banksy’s works can fetch £1million, with Brad Pitt famously picking up a piece at a London auction with a phone bid in 2007.

Banksy says: “When the paintings suddenly started going for, like, really big money it definitely weirded me out, and I kind of went away to the middle of nowhere and I stopped making any more paintings. But… er… the whole time the auction houses were just selling paintings that I’d done years before and sold for not much money. Or paintings that I traded for a haircut or, yer know, an ounce of weed and they were going for like 50 grand.

“But I can’t help feeling it was a bit easier when all I had to compete against was a dustbin down an alley rather than, you know, a Gainsborough or something.”

Despite success beyond his wildest dreams, Bansky remains endearingly modest about his work.

“Graffiti’s always been a temporary art form. You make your mark and then they scrub it off. I mean, most of it is just designed to look good from a moving vehicle. Not necessarily in the history books.
M.

domenica 12 settembre 2010

IL POETA VESTITO DA TEPPISTA ///THE POET DISGUISED AS AN HOOLIGAN


Personalmente ho sempre considerato Joe Strummer un poeta, capace di raccontare nelle sue canzoni gli aspetti sociali del mondo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.In un certo senso, era anche un po’ come un hooligan il leader dei Clash: pronto a guidare i suoi compagni alla rivolta dall’alto del palco, pronto a lanciarsi in mezzo alla mischia, senza paura di farsi male. Questo suo modo di essere l’ha portato a capire l’importanza che un musicista riveste e fin da subito riuscì a comprendere il vero potere di una canzone, capace di cambiare la visione del mondo per chi l'ascolta. Così, cambiare la visione delle cose divenne la sua massima aspirazione.
Mentre scrivo queste parole, la mia stanza è percorsa dalle note di “Lost in the Supermarket”. La canzone che i CLASH hanno inciso sul loro album di maggiore successo: LONDON CALLING. Tra tutte le canzoni di Strummer & co, questa è forse una tra le più tranquille che abbiano mai suonato. Lentamente, mentre il mondo fuori scorre, le pareti della mia stanza si ovattano. Il ritmo incalza e la voce prepotente di Strummer rompe gli indugi, canta di una sua paura, dice di essersi perso in un Supermercato. Forse si sente solo, perché si accorge che intorno nessuno lo comprende. Nessuno forse lo ha mai compreso fino infondo. Credo che oggi Joe non sarebbe molto contento di sapere che, anche dopo i suoi sforzi, a distanza di anni le cose non accennano a migliorare, anzi peggiorano.
Il futuro non è scritto, le pagine sono ancora vuote, cerchiamo di dare un valore alla nostra vita e non lasciamo incompiuto un sogno di un uomo che si faceva chiamare lo strimpellatore. R.I.P.
D.

martedì 7 settembre 2010

IL FUTURO NON E' SCRITTO

(colonna sonora consigliata :http://www.youtube.com/watch?v=16u0wwCfoJ4)

Joe Strummer, frammenti di suoi discorsi all'interno del film-documentario "the future is unwritten":

" noi lasciamo sempre entrare la gente, perchè il pubblico è nostro amico "
-prima di un concerto, la gente che si è arrampicata alla finestra del loro camerino, viene aiutata a salire ed entrare-

"...è che la gente può cambiare qualsiasi cosa al mondo se lo vuole [...] ma dobbiamo smettere di seguire tutti i nostri piccoli binari "

" senza gli altri non siamo niente "

beh, ben pochi sono come lui, non credi?

giovedì 2 settembre 2010

LA CONSAPEVOLEZZA DEL SENSO CRITICO\THE AWARENESS OF CRITICAL SENSE

(SOUNDTRACK http://www.youtube.com/watch?v=RBq6mHDHSd8)


Quando parliamo d’Arte, ci dimentichiamo di pensare che stiamo parlando di un qualcosa che è frutto della visione di un artista,In pratica lui cerca di comunicare con NOI che lo guardiamo.


L’artista può farci riflettere, ridere, oppure incuriosire, ma siamo noi a decidere. Spesso, quando parli con una persona, capita di non riuscire a capire quello che ti stà dicendo. Magari hai bisogno di altre spiegazioni, allora ti documenti, ne parli ai tuoi amici e ascolti ciò che gli altri dicono, ma spetta a te decidere cosa ritieni più giusto. Ecco, un’opera è un po’ come una persona, è stata messa lì per dirci qualcosa e non è detto che TU lo capisca, magari dovrai cercare su internet, chiedere in giro, ma alla fine sarai sempre TU a decidere. Tutto questo è reso possibile da un meccanismo selettivo che risiede dentro di noi: il SENSO CRITICO. Ecco quale è il problema, per tutta la vita qualcuno al posto nostro ci dice cosa è giusto e cosa è sbagliato. Prima lo chiamiamo GENITORE e poi crescendo ESPERTO. Fortunatamente, arrivati ad un certo punto della vita iniziamo a pensare in maniera autonoma e sviluppiamo il famoso SENSO CRITICO. Da quel giorno, abbiamo il potere di credere in ciò che ci piace, oppure non ci piace e la cosa importante è che siamo NOI a farlo, non gli altri per noi. Cattelan non mi piace? Bene, allora non andrò a vedere una sua mostra. Però, è giusto sapere che al mondo ci sarà sempre qualcuno che, applicando più o meno il suo SENSO CRITICO, continuerà a ritenere belle e accattivanti le opere dell’artista italiano. Magari in un mondo fantastico, potremo decidere che nessuno debba più spendere un soldo per un artista. Però all’artista chi ci pensa? In fondo, se qualcuno acquista una sua opera, non fa altro che ripagare tutti i suoi sacrifici, gli permette di perseguire un suo sogno, senza dover più badare alle spese dell’affitto. No, sinceramente non me la sento di dargli questo dispiacere. Aspetta, pensiamoci un attimo. Ragioniamo. Forse, se non ci fossero più ACQUIRENTI, non ci sarebbero più ARTISTI e senza ARTISTI non ci sarebbero più OPERE e nemmeno le gallerie avrebbero ragione di esistere. Avremo solo più muri vuoti.
Chi pensa di fare buon uso del “senso critico” alzi la mano..TU!? Bene allora tienila così, resisti e prova a combattere, perché è giusto che tutti sappiano quanto poco te ne frega di quello che gli altri considerano giusto nell’arte, tanto sei TU a decidere. Pensiamo consapevolmente e giudichiamo con il NOSTRO senso critico, senza stare ad ascoltare chi con l’arte si arricchisce.


Un giorno un tale ha detto: “Mi piacerebbe non aver visto, né letto, né ascoltato mai niente... e poi creare qualcosa”. Sai come si chiamava quel tale?? Keith Haring.


D.




When we talk about art, we forget to think we're talking about something that is the result of the vision of an artist, in practice he tries to communicate with us that look.



The artist can make us think, laugh, or intrigue, but we decide. Often when we talk to a person happens to be unable to understand what we're saying. Maybe you need more explanation, then you documents, talk to your friends and hear what others say, but it is up to you what you think is more fair. Here, work is a bit 'as a person was put there to tell us something and it is not YOU understand it, maybe you should look on the internet, asking around, but in the end you always you decide. This is made possible by a selective mechanism that resides within us: the critical sense. Here is what is the problem, for life in our place someone tells us what is right and wrong. Before we call parents and then growing EXPERT. Fortunately, arrived at a certain point in life we begin to think independently and develop the famous critical. Since that day, we have the power to believe in what we like or do not like and the important thing is that we who do not others to us. Cattelan I do not like? Well, then I'm not going to see an exhibition. But know that the world is right there will always be someone who, by applying more or less his critical sense, continue to feel beautiful and captivating works of the Italian artist. Maybe in a fantasy world, we can decide that no longer have to spend a penny on an artist. But the artist who thinks? After all, if someone buys one of his works, does nothing but pay off all their sacrifices, allows him to pursue his dream, without having to look after the costs of rent. No, honestly I do not feel that sorry for him. Wait, let's think a moment. Reason. Perhaps if there were more buyers, there would be no ARTISTS ARTISTS and there would be no more works and even the galleries were right to exist. We have only more empty walls.
Who thinks to make good use of the "critical" raise your hand .. YOU!? Well then keep it so, hold on and try to fight, because it is right that everyone knows how little you care what others consider right in art, so you decide. Consciously think and judge with our senses critical to listen to those with no art is enriched.


One day a said: "I would not have seen or read, or heard anything ... and then create something. ".You know that was his name? Keith Haring.


D.

mercoledì 1 settembre 2010

PENSIERI ARTISTICI #1 /// ARTISTIC THOUGHTS #1

( colonna sonora consigliata durante la lettura / recommended soundtrack for the reading : http://www.youtube.com/watch?v=fWjXGh8n2j8 )

C'è una frase di Keith Haring che mi sta facendo parecchio riflettere in questi giorni, e tu lo sai.
C’è un’audience che viene ignorata, ma che non necessariamente è ignorante.” 

Cosa voleva dire secondo te? Forse quello su cui stiamo dibattendo da un po'. L'Arte oggi sta prendendo una piega particolare. E non parlo dell'Arte di strada, quella dei ragazzi, dei giovani artisti che per esprimersi colorano muri con bombolette, dipingono strade con gessetti, usano pali della luce come appendini...parlo di artisti come Cattelan, Hirst, Koons..parlo di Arte di cui non so parlare, forse perché sono ignorante, o forse perché davvero non c'è nulla da dire, già troppo è stato inutilmente detto.

Ma il dubbio sorge spontaneo: perché la gente deve farsi chiarire il significato di un'opera? 

Keith, ci manchi tanto.

Spiega a tutti questi individui che decidono di pagare 40 milioni di euro un'opera del tutto insipida e dal significato celato ai più (dico celato per non dire inesistente) che stanno sbagliando...
Perché la vera audience, il vero pubblico..la maggior parte delle volte non sta in una galleria immacolata ed incomprensibilmente piena di opere costosissime, la maggior parte delle volte non è per nulla ignorante,la maggior parte delle volte non è incurante di ciò che la circonda, forse vorrebbe davvero vivere circondata dall'arte, ma la maggior parte delle volte è solo un po' povera (nelle tasche).

M.



There is a phrase of Keith Haring, which is making me think a lot these days, and you know it.
"There's an audience that is ignored, but that is not necessarily ignorant."
What was he thinking about? Perhaps the one on which we are discussing for a while . Art today is taking a particular fold. And speaking of street art, that of boys, young artists to express themselves with aerosol stain walls, paint the streets with chalk, they use light poles as hangers ... I'm talking about artists like Maurizio Cattelan, Hirst, Koons.. I'm speaking of Art which I'm  not able to speak, maybe because i'm ignorant, or perhaps because there is really nothing to say, it was already too vain said.
But the question arises: why people should be clarified about the meaning of a work?


Keith, we miss you so much.


Explains all these people who decide to pay 40 million euros a work completely tasteless and with a meaning hidden fror the most (I say hidden to non-existent) they are wrong ...
Because the real audience, the real audience .. most of the time is not in a gallery full of works immaculate and incomprehensibly expensive, most of the time is not at all ignorant, most of the time is not unmindful of what there's around, maybe they really want to live surrounded by art, but for the most is just a little poor (in the pockets).
M.